Da Taranto a Matera, ecco perché occorre recuperare la tradizione mandorlicola: le “Giornate sul Mandorlo a Castellaneta”
Riportare la tradizione mandorlicola nel meraviglioso versante che va da Taranto a Matera, con un recupero dei terreni che negli ultimi anni hanno dato spazio ad altre coltivazioni più redditizie. Se n’è parlato a Castellaneta, in occasione delle “Giornate Tecniche sul Mandorlo nell’Arco Jonico”, seminario che è svolto in due giornate, il 31 gennaio e i 1° febbraio, con approfondimenti e visite guidate. Un programma che ha analizzato – tramite il prezioso contributo di esperti, come agronomi, agricoltori e imprenditori – l’attuale situazione agricola del sud Italia e illustrato le moderne tecniche di impianto e gestione del mandorlo, insieme alle smisurate potenzialità della coltivazione in una zona come quella di Castellaneta, dove non mancano i terreni di qualità e la presenza di acqua di irrigazione.

L’incontro è stato voluto dall’Amministrazione comunale con il Consorzio Vivaisti Lucani e presentato dall’avvocato Maria Terrusi, consigliera comunale delegata all’agricoltura del Comune di Castellaneta. Presenti, tra gli altri, Vito Vitelli, agronomo e direttore tecnico del Covil, esperto di tecniche innovative di management degli impianti, nutrizione delle piante e gestione del suolo, e di Claudio Papa, imprenditore del settore dolciario con le imprese NutFruit e Dolceamaro, che ha illustrato le proposte di commercializzazione della mandorla. L’evento si è concluso con la visita guidata dal dottor Vitelli all’interno dei nuovi mandorleti nell’agro di Castellaneta.

Ma quanta frutta in guscio importiamo dall’estero?
I dati, sviscerati nel dettaglio, sono significativi per capire quanto costa all’Italia importare dall’estero la frutta in guscio: nel 2017 gli arrivi hanno superato i 900 milioni di euro secondo una stima della Coldiretti. In particolare importiamo dagli noci e mandorle dagli Stati Uniti, noci e nocciole dalla Turchia, pistacchi dall’Iran, pinoli dalla Cina ma anche dal Cile, dall’Argentina e dall’Australia. Peccato che molti di questi prodotti siano inseriti nella black list dei prodotti alimentari più pericolosi per l’uomo a causa delle aflatossine cancerogene, metalli pesanti, residui chimici, coloranti e additivi.

Attenti alla mandorla
Oltre alla mandorla californiana, è frequente trovare negli scaffali dei supermercati anche quella proveniente dalla Spagna, spesso spacciata per barese o siciliana. Mandorle che, per la loro dimensione, appaiono perfette dal punto di vista estetico: la loro resa è dovuta ai trattamenti a gogo, motivo per il quale bisognerebbe evitarne il consumo a causa della loro tossicità. Attualmente oltre metà della produzione della mandorla californiana viene importata in Europa. Un dato che deve far riflettere.